SPECIALE GUILCERACE GHILARZA /La vincitrice della gara femminile Elisa Cau: “ L’Ocr permette a tutti di sentirsi forti e di uscire dall’ordinario”
20 Novembre 2022Abbiamo fatto una chiacchierata con la la vincitrice della gara femminile dell’Ocr Elisa Cau. Una analisi a 360° su uno sport duro e faticoso come pochi.
ELisa, come presenteresti l’Ocr a chi non lo conosce?
L’ocr è uno sport completo che mette alla prova le proprie doti fisiche e mentali. Personalmente ho approcciato a questo sport per gioco e nonostante ormai sia in un certo senso una competizione riconosciuta, con una federazione, un campionato sardo, nazionale, europeo e mondiale, lo interpreto sempre come uno svago ed un divertimento. Elementi fondamentali dell’obstacle race sono la capacità di affrontare e mixare in una sola performance di gara sia gli ostacoli naturali ed artificiali e sia l’elemento corsa.
Le vostre gare non sono certo una passeggiata…
Bisogna essere pronti ad ogni evenienza in gara perché ci si potrebbe trovare a trasportare pesi su per colline, a guadare torrenti o immergersi in mare con qualsiasi temperatura ed in qualsiasi mese dell’anno, ci sono gare nella neve, gare nel fango, gare al mare e gare in montagna. Insomma questo mondo è talmente ampio che è quasi impossibile non trovare il proprio spazio per partecipare e mettersi alla prova.
Che preparazione bisogna effettuare per prendere parte alle competizioni?
L’allenamento per affrontare una corsa ad ostacoli di tipo ocr è basato sul rafforzamento muscolare che è indispensabile per il trasporto di pesi o per affrontare gli ostacoli in sospensione. È molto importante la tecnica per affrontare gli ostacoli ed è per questo che sono molto utili se non fondamentali gli allenamenti in campi ocr specifici che ormai sono diffusi ovunque. Aspetto da non sottovalutare poi è anche la corsa. L’allenamento non è semplice appunto perché racchiude tanti elementi su cui lavorare, ma questo vale per tutti gli sport fondamentalmente.
Un allenamento anche mentale?
Bisogna allenare oltre al fisico anche la mente, perché sicuramente quando capita di correre al freddo bagnati ed infangati, trovandosi a saltare muri, ostacoli o simili, verrebbe voglia di lasciar stare, ma poi l’adrenalina di aver superato quello che fino al giorno prima pensavi fosse un tuo limite, ti lascia la voglia di ripartire e vedere fino a dove ancora puoi spingere te stesso.
Quali le cose belle di questo sport?
Il bello dell’ocr è proprio questo, permette a tutti di sentirsi forti e di uscire dall’ordinario ed infatti in una gara simile è possibile trovare chiunque, dai ragazzi più giovani, a chi è più in là con l’età, a chi nella vita fa il personal trainer ed a chi fa lavori di tutt’altro genere come me. A dimostrazione che tutti si possono approcciare a questo tipo di corse.
Uno sport che vuol dire sacrifici e rinunce…
Spesso mi chiedono “ma chi ve lo fa fare?” e non nego che delle volte me lo chiedo anche io, ma la risposta per me è semplice. È un divertimento fuori dal comune, è un modo per mettersi alla prova con se stessi e per superare quelli che fino al giorno prima potevano essere dei limiti. Più che la competizione con gli altri prevale quindi la voglia di dimostrarsi di essere in un certo senso forte, di poter fare con il proprio fisico qualcosa che non si pensava di poter fare. A volte ti ritrovi davanti un ostacolo davvero duro e pensi di non farcela, ma quando poi lo affronti e lo superi ti lascia una sensazione di soddisfazione che sono fuori da ciò che si vive nella vita quotidiana