Le Protagoniste della Pallavolo Femminile: Giulia Canestracci palleggiatrice dell’Ariete
4 Novembre 2016Conosciamo meglio Giuliana Cannestracci, classe 1992, nuova palleggiatrice dell’Ariete Mareblù che milita nel campionato nazionale di serie B2.
Giuliana si può dire sia figlia d’arte, visto che il padre Jorge, anch’egli regista, ha militato dal 1984 al 1997 in Italia fra serie A e B, con una stagione anche al Garibaldi la Maddalena in B1, e ora è un apprezzato tecnico e anche la mamma è un’ex pallavolista.
Come nasce la tua passione per la pallavolo?
La mia prima lezione di mini volley mi ricordo è stata in Sardegna, a La Maddalena quando mio papà faceva i suoi ultimi anni di giocatore in serie B. All’inizio era sicuramente un gioco, per divertirsi, ma man mano che passava il tempo la passione cresceva anche grazie a ciò che i miei genitori mi trasmettevano. Infatti sono entrambi ex palleggiatori e mia mamma è stata la mia prima allenatrice.
Dove sei cresciuta pallavolisticamente?
Durante la mia infanzia ho girato tanto per i vari contratti di mio papà, per questo ho iniziato a La Maddalena il mini volley, poi ho continuato a Buenos Aires e il primo tesseramento è stato a Genova: è in quel momento che ho veramente capito che la pallavolo sarebbe stata una parte fondamentale della mia vita indipendentemente dai miei genitori.
Dove hai giocato negli ultimi due anni?
Due anni fa ho giocato in Argentina per l’università di Buenos Aires, poi appena finito il campionato sono partita per l’Italia a giocare in serie B2 a Benevento nel Volare Olimpia. È stato un anno con tante difficoltà, durante il quale abbiamo dovuto lottare tanto anche contro infortuni, problemi di qualche giocatrice con la società, infrastrutture… Ma come ogni cosa è servito per crescere.
Quali sono i pallavolisti e gli allenatori che ammiri?
Sicuramente uno dei pallavolisti che più ammiro è Ricardinho, sono cresciuta guardando tutte le sue alzate spettacolari e le vittorie in tantissimi trofei con il Brasile. E sicuramente un’altra giocatrice è Takeshita, alzatrice del Giappone, un’inspirazione non solo per la sua bravura ma anche perché è alta poco più di 1.60 come me. Ho pochissimi ricordi di mio papà come giocatore, anche se tutti quelli che parlano di lui lo fanno rivolgendogli tanti elogi, ma ora posso apprezzarlo come allenatore.
Sei arrivata a Oristano a inizio settembre, un gruppo già formato, una città nuova, come è stato ripartire con una nuova squadra?
Già dal primo momento mi sono trovata bene, sia con i dirigenti che con le ragazze della squadra e con gli allenatori. Mi sembra ci sia una buona connessione tra tutti che fa sì che questa società possa crescere. Ad Oristano mi trovo molto bene, è una bellissima città, poi io sono un’amante dell’arte e qui in Sardegna ce n’è tanta!
Santina Raschiotti