Le interviste sotto l’ombrellone. Marco Maniglio ci parla del “suo” calcio
16 Luglio 2019Incontriamo il nostro ospite di oggi in una pausa della sua estate di lavoro e di studio per aggiornarsi sul calcio regionale e in particolare su quello giovanile, tenuto conto che oltre a fare il tecnico è un talent scout con numerosi rapporti che coinvolgono squadre sarde e nazionali.
Marco, dopo le due esperienze di Allai e CR Arborea, sei pronto a rimetterti in gioco?
Le mie due esperienze sono state fantastiche sia per il fattore societario che per il rapporto con i giocatori. Ne farei altre e consiglio a tutti gli allenatori di farne perché insegnano tantissimo. Devi essere bravo a superare le difficoltà che ti si presentano. Nell’ultima esperienza il risultato non è stato dalla mia parte, ma aver portato 31 giovani in campo al CR Arborea, tutti del paese e senza prendere nessun rimborso spese, mi ha insegnato tantissimo.
Come giudichi il livello del calcio regionale e provinciale?
Per il calcio regionale bisogna stare attenti al fatto che, se continua così, ci saranno altre società con debiti che potrebbero condurre al fallimento. Io consiglio: valorizziamo i giovani e abbiamo la pazienza di aspettarli.
Il calcio provinciale non è male. Però esorto tutte le società a non portare avanti una guerra fra poveri e a cambiare mentalità, usando le parole collaborazione e confronto, perché di mezzo ci sono i nostri figli e nipoti.
Dico anche che nei campionati provinciali abbiamo molta qualità.
Ti occupi parecchio di seguire e segnalare le migliori promesse giovanili; come lavori tu e le squadre sarde?
Mi piace farlo in silenzio perché si lavora molto meglio e cerco di lavorare bene. Alle società consiglio invece di abbassare la testa, essere più umili e confrontarsi con quelle vicine. Mai affermare io so tutto, perché allenatori di qualità ce ne sono tanti.
Cosa consigli a un bambino che vuole giocare a calcio? E ai genitori?
Di divertirsi perché hanno l’età per divertirsi e provarci. Ai genitori un consiglio: lasciate il ragazzo in pace, fategli fare il proprio percorso qualsiasi stemma porti sulla maglia. Il campo sembra non parli, ma in realtà dà tante sentenze.
Chi metteresti fra i primi 10 giocatori sardi che hai segnalato?
A questa domanda non rispondo perché sono tutti miei figli e voglio bene a tutti. In qualsiasi categoria si trovino.
Come vedi il futuro del calcio isolano?
Non bene. Dico alle società di aprirsi e di aiutare tutti i ragazzi. Siamo in un’ isola e quindi staccati da tutti. Andando avanti così facciamo solo male a noi stessi. Non lasciamoci influenzare dalle chiacchiere perché dopo un anno è la società piccola che ne soffre e non il personaggio che vende fumo. Siate forti a dire anche no oppure a chiedere di firmare un contratto di valorizzazione.
La tua filosofia calcistica?
Mettere da parte la gelosia e l’invidia.
Il confronto non è sintomo di ignoranza ma di crescita.
Grazie Marco per le quattro chiacchiere…
Ringrazio per questa possibilità tutta la redazione. Quello che fate é utile a tutti noi per crescere e collaborare.