Intervista Alfio Uda – N. 08 del 14-05-2016

Intervista Alfio Uda – N. 08 del 14-05-2016

14 Maggio 2016 Off Di Web GuilcerSport

Le interviste di GuilcerSport – N. 08 del 14-05-2016

ALFIO UDA

LA “NUOVA VITA” DI ALFIO UDA, UNO SPORTIVO SFORTUNATO CHE HA DECISO DI NON ARRENDERSI.

Una disgrazia del genere, siamo sicuri, avrebbe fatto piombare chiunque nella disperazione totale. Ed invece lui, pur conscio che c’è ancora tanto, tantissimo, cammino da fare, guarda avanti con ottimismo e voglia di vivere. Alfio Uda sa bene che deve lavorare molto per cercare di ritornare quello di prima. Pesantemente segnato in un maledetto incidente stradale avvenuto nel settembre 2015, in cui Alfio è stato per lungo tempo fra la vita e la morte. Lo incontriamo per un’intervista nel suo posto di “combattimento”, lo stesso dove aveva salutato qualche settimana fa gli amici di GuilcerSport insieme a Simone Carrucciu, amico personale e responsabile tecnico ed organizzativo del nostro progetto web. Con Alfio parliamo a ruota libera, del suo incidente, della riabilitazione e soprattutto di sport. Attività che l’ha visto sempre protagonista come cestista, arbitro di calcio e apprezzato opinionista.

  • Alfio, intanto una tua presentazione personale per chi non ti conoscesse bene sia dal punto di vista personale, professionale e sportivo…

Sono nato nel 1966 e ho iniziato a giocare a basket a Macomer, dove ho intrapreso l’attività di arbitro di basket solo per alcuni anni. Poi un amico arbitro mi convinse a fare il corso di arbitro di calcio, anche se inizialmente fui titubante perché non avevo mai praticato il calcio.  Poi però la cosa divenne una passione sempre maggiore, per cui ho arbitrato ininterrottamente per 33 stagioni e avrei continuato se l’incidente non mi avesse fermato. Naturalmente, alla pratica dell’arbitraggio ho sempre associato quella della pallacanestro. Carriere che entrambe ho sviluppato contemporaneamente. Nel basket ho praticato l’attività in tutta la Sardegna.  Prima a Macomer, poi a Ploaghe in un’indimenticabile campionato sotto la guida del grande coach Pierpaolo Cesaraccio. Ho proseguito a Ghilarza per circa 7 stagioni nel campionato di serie C2, Terralba ancora C2, Marrubiu in D, Dinamo 2000 e Tissi in D dove giocammo la finale per salire in serie C2 che perdemmo. Ed ancora Porto Torres in serie D, prima di approdare nel Campidano a Sinnai, dove ho fatto due stagioni di D. Successivamente ho partecipato al campionato di Promozione col Basket Poetto Cagliari dove siamo usciti primi, mentre l’anno successivo ho partecipato a un torneo amatori locale con il Basket Quartu che abbiamo vinto anche quello. Diciamo che il basket e il calcio sono sempre state le mie droghe sportive alle quali veramente non avrei mai voluto rinunciare. Dal punto di vista professionale ho iniziato la mia carriera come assicuratore presso l’agenzia di famiglia nella quale sono diventato titolare a seguito del pensionamento di mio padre. Nel 1989 ho effettuato il corso di promotore finanziario e ho iniziato con la mia prima mandante, la Banca Carige. Nel 2003 a seguito del mio dimissionamento come agente di assicurazioni, ho intrapreso la carriera di promotore finanziario prima con Banca Mediolanum e a seguire nel 2011 sono passato con Banca Fideuram in qualità di “private banker”.

  • Sei reduce da una brutto incidente che ti ha tenuto appeso al filo della vita per diversi mesi. Durante questo periodo il mondo sportivo del Guilcer si è stretto intorno a te con tanto affetto. Cosa ti rimane dentro di questa brutta storia?

Del mio incidente, il rammarico più grande è non riuscire ancora a capire perché c’è gente talmente vigliacca da causare quasi la morte di una persona e di avere il coraggio di scappare via. L’altra cosa che mi dispiace molto e che in moto e in macchina ho fatto cose inenarrabili in vita mia e francamente, cadere a 50 all’ora buttato giù da un automobilista, mi sembra quasi di aver subito un disonore e un atto di lesa maestà tra virgolette ovviamente. Questo incidente però mi ha costretto a riflettere su tante cose che spesso noi riteniamo importanti nella nostra vita: il successo, i soldi, la bella macchina, i vestiti.  In realtà quello che conta veramente è solo una cosa: la salute. Perché quando non hai quella, capisci veramente il valore delle cose essenziali e importanti della vita. Una di queste cose è sicuramente una famiglia che ti sta attorno e una donna che ti ama.

  • Come vedi adesso il tuo futuro?

Questa è la domanda più difficile alla quale devo rispondere. Tutto sarà legato all’andamento delle cure, alla fisioterapia, al recupero possibilmente della stazione eretta. Qualcosa si muove bene sul lato destro che rimane più pigro tenuto conto che il lato sinistro ha recuperato quasi al 100%. Il lavoro è ancora lungo e richiede molta pazienza e molta fisioterapia. Ai posteri e solo ai posteri l’ardua sentenza sul mio futuro.

  • Veniamo allo sport giocato, a quello di casa nostra. Sei stato per sette stagioni una colonna del Basket Ghilarza, che ricordi hai di quella esperienza?

Il Basket Ghilarza ha sicuramente rappresentato la parte più bella di tutta la mia attività sportiva. I ricordi sono bellissimi e talmente tanti che non basterebbe un mese per elencarli tutti.  Di sicuro la cosa più bella è stato lo spirito di squadra che ci univa e che ci ha resi capaci di realizzare delle imprese sportive che per una squadra dal contenuto tecnico modesto, come eravamo noi, non ci si sarebbe mai aspettati. Comunque la cosa interessante e simpatica è sempre stata quella, al termine delle gare, di coinvolgere tutti quanti, arbitri e avversari, nel nostro terzo tempo che è sempre stato un classico. Da Ghilarza di sicuro nessuno è andato mai via assetato o affamato qualunque fosse stato il risultato della partita.

  • Da sportivo e attento osservatore come giudichi lo stato di salute del dello Sport sardo in generale e in particolare quello del centro Sardegna?

Purtroppo è legato al denaro. Sono troppi i soldi che sono richiesti alle società per poter praticare l’attività sportiva e spesso questi soldi richiesti non vengono corrisposti in qualità dei servizi o dell’organizzazione. Le Federazioni richiedono troppi soldi più che altro per mantenere il proprio status quo, gli stipendi e i rimborsi spese dei loro dirigenti che più che pensare alla crescita della disciplina e del numero dei praticanti, pensano al loro interesse personale. Questo è molto triste e qualora non ci fosse una inversione di tendenza, inevitabilmente si ridurrebbe lo sport sardo ad essere praticato solo là dove si trovano genitori o dirigenti disposti a sacrificare il loro denaro per far praticare lo sport ai ragazzi.

  • Quale ruolo vorresti ritagliarti un domani nell’ambito sportivo?

Questa è un’altra domanda da un milione di dollari. Non lo so. Attualmente quello che vorrei ritagliarmi è sicuramente un ruolo attivo ma non so se potrò riprendere in qualche modo la vita sportiva. Sinceramente lo spero, almeno un ruolo da allenatore di basket o da creatore di arbitri visto che una discreta esperienza come arbitro di calcio l’ho maturata. I pochi arbitri che nel frattempo sono riuscito a formare, stanno infatti riscuotendo discreti successi in ambito regionale.

  • Una domanda che poniamo a tutti nelle interviste. Cosa ne pensi del nostro portale GuilcerSport.it?

Trovo che sia molto importante avere un portale web che si occupa dello Sport, anche perché, così è meno dispersivo avere informazioni sull’attività sportiva locale. GuilcerSport ha inoltre l’obiettività di essere un sito di informazione e anche un po’ tifoso ma senza esagerare nel campanilismo o nel fanatismo. Trovo i suoi articoli sempre molto equilibrati.

  • Cosa ti auguri per la il “domani” della tua vita privata, professionale e sportiva?

Per ora sicuramente quello in cui spero maggiormente è che la salute mi assista in modo che possa essere una solida colonna portante per la mia famiglia, stando vicino ai miei clienti e continuando a consigliare loro le migliori strategie di investimento. A tal proposito, in questa mia triste esperienza devo ringraziare Banca Fideuram per essermi stata assolutamente vicina e per permettermi, attraverso i miei colleghi di seguire la mia clientela garantendo mio reddito attraverso il portafoglio che ho costruito in questi anni. Devo veramente ringraziare di tutto cuore i miei colleghi e i manager che mi sono stati assolutamente vicino.

  • Un saluto per gli amici di GuilcerSport…

Saluto tutti con affetto e invito a sostenere le loro squadre in modo diretto andando a fare il tifo e sostenendole economicamente quando possono e soprattutto praticando loro in prima persona lo sport. Perché lo sport prima di tutto va praticato e poi seguito come tifosi. E’ infatti solo praticando lo sport in modo diretto che si può avere una maggiore consapevolezza dei sacrifici che fanno i dirigenti. Mens Sana in corpore sano, per cui fare sport migliora la società. Evviva GuilcerSport.it!

Grazie ad Alfio per la bella intervista e un grosso in bocca al lupo per il tuo futuro!

Gli amici di GuilcerSport fanno il tifo per te.

Serafino Corrias

Alfio Uda 2

Gianfranco Zola e Alfio Uda in versione Arbitro di calcio