Obiettivo AIPD Oristano: far diventare il basket per ragazzi con la sindrome di Down sport diffuso in Sardegna e in Italia.
21 Agosto 2019“C21 è la sigla che contraddistingue la pallacanestro giocata da chi ha la sindrome di Down. Per questo ci è venuta l’idea di modificare così il vecchio detto ‘abbiamo fatto 30, facciamo 31’”.
Perché il basket?
“La nostra onlus è una delle tante sezioni della Associazione Italiana Persone Down. Da anni è attiva sul territorio di Oristano e dal 2012 si è focalizzata sugli sport tanto da dar vita all’associazione sportiva dilettantistica AIPD Oristano. Da noi le persone down, una quarantina, praticano calcetto, nuoto, equitazione, atletica leggera e naturalmente basket. E trovano in tutte queste attività una forma straordinaria di integrazione e stimolo a una vita indipendente.
Chi sono?
Si chiamano Fulvio Silesu, Antonello Spiga e Lorenzo Puliga. I primi due hanno più di quarant’anni e frequentano l’AIPD di Oristano dagli anni Novanta: la vittoria del mondiale è stato il coronamento di un sogno e la dimostrazione di cosa si può ottenere con lo sport. Sono stati ricevuti dal presidente della Repubblica Mattarella e nei loro paesi di origine sono stati accolti e celebrati come dei campioni del mondo. Lorenzo è più giovane, appartiene a un’altra generazione, che ha saputo integrare i Down. Mentre Fulvio e Antonello hanno fatto le elementari e le medie, lui quest’anno si è diplomato all’Istituto alberghiero ed ha davanti una carriera nella ristorazione, oltre che nello sport”.
Veniamo al progetto con il quale avete vinto il bando OSO. Di che si tratta?
“Reduci dalla vittoria di Europei e Mondiali, abbiamo pensato che si dovesse fare qualcosa per diffondere il C21. All’epoca in Italia c’erano solo due centri che lo praticavano: il nostro e uno a Roma. Ora ne sono comparsi altri due, ma è ancora troppo poco”.
E allora?
“L’idea è di diffondere la conoscenza del basket per chi ha la sindrome di Down. Abbiamo organizzato un corso di formazione per gli operatori del settore in collaborazione con la Federazione Italiana Pallacanestro e con la Federazione italiana sport paralimpici degli intellettivo relazionali. Ma soprattutto abbiamo organizzato un tour di 15 tappe in tutta la Sardegna: da Cagliari a Sassari. E in questo percorso i veri protagonisti saranno i nostri atleti”.
Cosa accadrà in ogni tappa?
“La mattina operatori e atleti incontreranno le scolaresche per raccontare la nostra esperienza. Nel frattempo i tecnici allestiranno un campo da basket componibile in uno dei luoghi simbolo della città, in modo da attirare l’attenzione dei passanti. Poi al pomeriggio in quella piazza inizieranno le gare dimostrative, nelle quali i nostri atleti coinvolgeranno la popolazione locale”.
Qual è l’obiettivo?
“Ci piacerebbe che a fine percorso nascessero nuove squadre di basket C21. Si gioca in tre contro tre, quindi se in una comunità ci sono alcuni ragazzi Down è abbastanza semplice formare un team. Ne basterebbero quattro o cinque per dare vita a un Campionato regionale di C21, ed è questo il vero sogno”.
Quanto costerà il progetto?
“Grazie a OSO abbiamo ottenuto 135mila euro cofinanziati al 50% dalla Fondazione con il Sud. Ma nel partecipare al bando ci siamo anche impegnati a recuperare 8000 euro tramite il crowdfunding. Dal 2 settembre inizierà la nostra campagna di raccolta che durerà 40 giorni”.
Anche Fulvio, Antonello e Lorenzo saranno nelle 15 piazze?
“Assolutamente sì, i campioni del mondo saranno i nostri testimonial”.
E le ragazze? Non ce ne sono in squadra?
“Le ragazze scalpitano per fare basket. Ma al momento, pur avendo una squadra di volley femminile, non ne abbiamo una di pallacanestro. L’idea è che uno dei team che nasceranno sulla scia del tour possa essere fatta di donne”.