ESCLUSIVA GUILCERSPORT: Santina Raschiotti incontra Il vice presidente della Lega nazionale di Pallavolo Roberto Puddu
28 Ottobre 2016Roberto Puddu è il vice presidente della Lega Nazionale Pallavolo serie B ma in primis è un allenatore e poi nel corso della sua carriera è stato anche dirigente della squadra di Arborea, consolidando le sue capacità non solo sul campo ma anche manageriali.
Segue le squadre sarde impegnate nei diversi campionati e dagli spalti di una recente partita è nata una bella chiacchierata.
Qual è lo stato di salute delle formazioni isolane, come si sono presentate ai nastri di partenza, che mezzi hanno e per quali obiettivi?
Le squadre sarde che partecipano ai campionati nazionali, purtroppo, progressivamente diminuiscono. E’ capitato più volte che chi si è meritato sul campo la serie B sia stato costretto a rinunciare, per problemi economici. La pattuglia delle sarde si assottiglia ma per fortuna ferve un movimento che dà segnali incoraggianti.
Il settore femminile, che in questo momento ha il vertice della pallavolo sarda con l’Hermaea Olbia di serie A2, in B può contare su tre società. In B1 l’Alfieri Cagliari di Roberto Capra già nella passata stagione ha mostrato doti tecniche e caratteriali che, con un anno di esperienza in più, farà sicuramente divertire i propri sostenitori. In B2, in un ambiente di crescente entusiasmo si mette sempre più in luce il Capo d’Orso Palau del presidente Fausto Serra che, sentito il profumo della B1 sfuggita per poco nella passata stagione, quest’anno si ripresenta con le migliori intenzioni. Sempre in B2 femminile si fa apprezzare per tenacia ed entusiasmo l’Ariete Oristano di Laura Bozzo che con una politica sportiva sobria ma efficace, si aggrappa alla serie B, basandosi sul lavoro quotidiano, come si addice ad una “provinciale”, quest’anno esordiente in B2 femminile, senza dimenticare di curare la base dei giovani atleti del futuro.
La B unica maschile vede quattro squadre sarde ai nastri di partenza. Inserite in un girone non semplice, il gruppo delle sarde si presenta comunque qualificato. Come nel femminile l’Alfieri, nella B maschile si incontra una buona fetta di storia della pallavolo sarda. L’Olimpia Sant’Antioco, che a suo tempo ci ha fatto vivere esperienze indimenticabili con una irresistibile ascesa fino alla serie A1, guidata dal presidente Rolando Serra continua a esprimere delle formazioni sempre in grado di ben figurare nei palcoscenici nazionali. Francesco Marcetti con la sua Pallavolo Olbia, sta mostrando ormai da anni gli effetti che un’accorta organizzazione societaria può dare al settore tecnico in termini di continuità e qualità. Storia più recente è quella del Sarroch di Mario Susini che però sembra avere tutte le intenzioni di stabilirsi con continuità nella categoria cadetta. Nel nord Sardegna, a Sassari, la Solo Pellico del presidente Sini continua ad operare il movimento più longevo del volley isolano, che quest’anno cercherà in tutti i modi di difendere una categoria in cui non intende certo sfigurare.
La B maschile è diventata unica, questo cosa sta comportando?
Il movimento maschile, per via di altri sport concorrenti, non presenta gli stessi numeri di quello femminile. La pallavolo continua ad essere il secondo sport per praticanti ma è indubbio che ci sia uno sbilanciamento verso il rosa. Ecco quindi la necessità di organizzare, in rapporto anche con le serie maggiori e anche a situazioni economiche contingenti, in un’unica B tutto il settore maschile. Il passaggio ha comportato anche dei piani di “avvicinamento” a questa categoria unica, con la pianificazione funzionale di promozioni e retrocessioni, ma ora che si è giunti all’approdo ci si potrà accorgere se l’aggregazione di squadre che provengono da diverse categorie porterà evidenti differenze di valori.
La Sardegna sta sfornando buoni giocatori che stanno trovando casa fuori, esperienze importanti ma ahimè squadre sarde che restano orfane!
Il movimento di base e giovanile, di tutti gli sport, é la culla naturale per la crescita dei nuovi talenti. La pallavolo sarda, ultimamente, sta dimostrando di esser capace di far crescere delle individualità il cui livello tecnico non é passato inosservato. Su tutti Alessia Orro che sta mettendo a frutto prima di tutto il suo talento naturale, ma sicuramente anche l’esperienza dei primi anni in un ambiente sano e con tecnici validi (Ariete Oristano n.d.r.).
La partenza di atleti di valore per me non deve essere vissuto, e sicuramente non lo é, come la perdita di un importante pezzo della squadra, quanto piuttosto come un incoraggiante premio al lavoro fatto in palestra e un prezioso esempio per le successive nidiate di, potenziali, campioni.
Santina Raschiotti