COVID E SPORT/Il “Punto di vista” di Daniele Pittau Presidente FIDS Sardegna
7 Novembre 2020La danza sportiva non si ferma
Centri affiliati aperti e in attività per gli atleti di interesse nazionale.
Dalle crisi nascono spesso le migliori opportunità per futuri sviluppi.
Dopo il blocco totale della scorsa primavera – purtroppo capace di mettere duramente in ginocchio le centinaia di istruttori e maestri che lavorano per le nostre associazioni – a giugno i centri sportivi affiliati alla Federazione Italiana Danza Sportiva (FIDS) hanno potuto riaprire attrezzandosi secondo i nuovi protocolli per la sicurezza sanitaria. Il rientro degli iscritti è stato ovviamente limitato, vuoi per la preoccupazione generale, per la prossimità delle vacanze estive, ma soprattutto per la mancanza di gare e campionati. La nostra federazione aveva infatti dovuto già annullare sia i campionati regionali che quelli nazionali, i quali normalmente si disputano ai primi di luglio.
La ripresa autunnale, tra settembre e ottobre, incentivata dalla programmazione di alcune gare nazionali(una anche in Sardegna a dicembre) e basata sulla notevole capacità di riorganizzazione da parte dei dirigenti dei club, ha comunque registrato un indiscutibile calo di iscritti – stimato tra il 30 e il 60%, con varie differenze tra i centri più periferici rispetto alle città – di partecipanti agli allenamenti e di iscritti in genere.
Le defezioni, oltre al nuovo aumento dei contagi, sono da addebitare tra l’altro all’inquadramento tra gli “sport di contatto” per molte specialità di danza sportiva. In particolare per le discipline di coppia. Per certi versi una vera e propria demonizzazione e, in effetti, il disconoscimento di una cosa più che risaputa, cioè che lo sport è sempre salutare ed è un bene pubblico. Previene, cura e rende le persone più forti – sul piano fisico, psicologico e anche immunitario – e protette dai rischi di patologie proprio in quanto ne aumenta le difese.
Ecco perché penso sia sbagliato aver stoppato a qualsiasi livello la pratica sportiva organizzata. Intendo quella praticata in palestre e centri sportivi rispettosi di tutti i protocolli. Che pure hanno investito risorse economiche per garantire la sicurezza sanitaria, sia per gli agonisti che per gli amatori. Come gli altri sport anche il mondo della danza sportiva è fondato e si alimenta in due ambiti principali: il settore agonistico e quello divulgativo/amatoriale. Quest’ultimo rappresenta il vivaio, da cui provengono anche i futuri campioni. Senza i corsi divulgativi, senza lo sport per tutti non c’è infatti “massa critica” e futuro di qualità. Viene a mancare il grosso del lavoro per gli operatori di base, quelli che possono trovare sbocco occupazione solo grazie alle associazioni sportive. E probabilmente non serviranno neppure i bonus elargiti dal Governo: soluzione certamente temporanea, più utile a far emergere fiscalmente situazioni di lavoro reale piuttosto che assicurare la tenuta e le prospettive del sistema sportivo. Questo nonostante molte intelligenti iniziative “sostitutive”, basate su allenamenti a distanza, in collegamento via web. Rimedi creativi, tanto utili nel breve periodo quanto evidentemente provvisori e di scarsa efficacia pratica nel duraturo.
Ma non è ancora una crisi definitiva, ci mancherebbe! Il sistema federale è consolidato dalla grande diffusione in tutto il territorio nazionale, così come nell’Isola. Con migliaia di associazioni e di tecnici professionalmente davvero capaci e con enorme seguito di allievi, tra praticanti, competitori di base e atleti di alto livello. Altri punti di forza su cui possiamo contare è di essere uno sport per tutte le età, che incontra il favore del pubblico e che coinvolge nella pratica tutti i ceti sociali, le famiglie, entrambi i sessi e il mondo paralimpico. In più la caratteristica della vera multidisciplinarità, con ben 54 discipline(dal rock acrobatico alla danza moderna, dalla break dance a tutti i balli di squadra, di coppia e individuali, solo per citare alcuni esempi) abbiamo la possibilità di soddisfare concretamente tutte le diverse preferenze e tendenze, assicurando sempre una pratica motoria e una socializzazione di qualità con possibilità di carriera sportiva su più fronti, anche professionali.
Sebbene in questa fase di ulteriore emergenza ci sia una comprensibile flessione di presenze e un danno economico evidente, possiamo ringraziare il fatto che ora i nostri centri agonistici possono restare aperti, come permesso anche dagli ultimi Dpcm, per consentire gli allenamenti degli atleti di interesse nazionale e internazionale. Qualcuno ha detto che “nulla sarà come prima” e comunque sarà necessario capire e tenere presente che dalle crisi nascono spesso le migliori opportunità per ogni futuro sviluppo, in termini di innovazione e di maggiore aderenza ai reali bisogni della società. Dal mondo sportivo mi aspetto appunto questa reazione, per dare gas al motore della vera ripresa. Nella speranza che dalla prima metà del prossimo anno la situazione si possa normalizzare, in modo da poter finalmente riprendere le attività a pieno ritmo (!), con tutti i campionati a livello regionale e nazionale. Anche per selezionare gli azzurri della danza in grado di primeggiare nelle piste di tutto il mondo.
Personalmente ne sono convinto ed è l’augurio che porgo non solo alla danza da competizione, lo voglio estendere anche a tutti gli altri sportivi e alle loro federazioni, citando uno dei più famosi motti attribuiti al grande Pierre De Coubertin, “Tutti gli sport per tutta la gente”.
Daniele Pittau
Presidente Regionale
Federazione Italiana Danza Sportiva – C.R. Sardegna