Con la Terza Categoria anche nel centro Sardegna il calcio potrebbe rivivere in diversi paesi

Con la Terza Categoria anche nel centro Sardegna il calcio potrebbe rivivere in diversi paesi

5 Luglio 2017 Off Di Redazione GuilcerSport 1

La notizia anticipata da GuilcerSport qualche settimana fa e cioè che dalla prossima stagione sarebbe stato ripristinato campionato di Terza Categoria, cancellato due anni fa dalla geografia del calcio sardo e poi confermato dalla FIGC, ha creato nuovo entusiasmo soprattutto nelle comunità dove il calcio era scomparso.

Le conferme ufficiali arriveranno ovviamente soltanto quando scadranno le iscrizioni, ma anche dal centro Sardegna(Guilcier, Barigadu, Marghine, Planargia, Montiferru, Nuorese), non sono poche le richieste di informazione in Federazione a Cagliari per capire meglio ogni particolare su iscrizione e regole da seguire.

Se cosi fosse si stanno confermando gli obiettivi del comitato regionale della FIGC. Il ripristino della Terza Categoria è legato alla possibilità di formare nuovamente una società possibilmente in molti dei 155 centri dell’Isola che attualmente non ne hanno. Le squadre di calcio hanno infatti sempre rappresentato un importante “sistema” di aggregazione con risvolti anche di tipo sociale. Sarebbero poi “rivissuti” impianti di gioco di una certa valenza che altrimenti continuerebbero a risultare abbandonati.

La finalità della FIGC è quella di creare dei gironi territoriali e le società non pagheranno nulla per l’iscrizione.

Chi ne farà parte? Ovviamente le società di nuova affiliazione entro il 31 Agosto ma anche quelle della Seconda Categoria che decidessero per una serie di ragioni, che la Terza è per loro il campionato più consono e che pur avendone diritto non si iscriveranno in Seconda entro il prossimo 21 Luglio.

I costi zero rispetto alla Seconda potrebbe essere certamente un modo per incentivare le nuove affiliazioni.

Allo studio anche sostanziali cambiamenti nei campionati giovanili con la scomparsa dei tornei Elite. Essi erano molto dispendiosi per via trasferte lunghissime che imponevano a genitori e accompagnatori levataccie e enormi sacrifici. Anche in questo caso sarebbe privilegiata la territorialità.