SPECIALE OLIMPIADI/ La staffetta 4X100 maschili con Jacobs, l’oristanese Patta e Tortu vale una levataccia ( ore) 4.30)
4 Agosto 2021Alle Olimpiadi di Tokyo è arrivato anche il momento del velocista oristanese Lorenzo Patta a cui si aggiunge il ritorno in pista di Marcell Jacobs.
Il campione olimpico dei 100 metri, insieme ai compagni della staffetta 4×100 metri, tra i quali l’altro sardo Filippo Tortu. Sarnno à protagonisti domani giovedì 5 agosto (per l’Italia, nella notte nelle batterie, unico turno eliminatorio prima della finale.
Il DT delle squadre nazionali Antonio La Torre, con il supporto del responsabile dello sprint Filippo Di Mulo, ha definito il quartetto che correrà alle 4:30 italiane (le 11:30 locali).
A Lorenzo Patta, Marcell Jacobs, Eseosa Desalu e Filippo Tortu. Il compito non è dei più semplici: l’Italia correrà nella seconda batteria (ore 4:39), in settima corsia, insieme, tra le altre, a Canada, Stati Uniti, Cina e Germania. La formula non ammette distrazioni: volano in finale le prime tre, con due tempi di ripescaggio. Il quartetto azzurro, oltre a Jacobs, poggia le basi su due semifinalisti olimpici, gli ottimi Filippo Tortu (non sono in molti a poter vantare due atleti con PB inferiore ai 10 secondi) e Eseosa Desalu (tra i migliori duecentisti europei), con il giovane Patta, emerso quest’anno con il 10.13 di Savona, crono che vale l’ottavo posto nelle liste continentali dell’anno (con Jacobs ovviamente in prima posizione, e Tortu in quinta).
Vale la pena anche dare uno sguardo alle statistiche, per capire quale sia la storia azzurra nella 4×100. Tre le medaglie centrate a cavallo della seconda guerra mondiale: Il bronzo di Los Angeles 1932 (Giuseppe Castelli, Ruggero Maregatti, Gabriele Salviati, e Edgardo Toetti), l’argento di Berlino 1936 (Orazio Mariani, Gianni Caldana, Elio Ragni e Tullio Gonnelli) e il bronzo di Londra 1948 (Enrico Perucconi, Antonio Siddi, Carlo Monti e Michele Tito). L’ultima volta in finale fu a Sydney 2000, quando tra gli otto figurarono Francesco Scuderi, Alessandro Cavallaro, Maurizio Checcucci e Andrea Colombo.
Foto di copertina Lorenzo Patta