Calcio dilettanti. Ecco le ipotesi su promozioni e retrocessioni
28 Maggio 2020È iniziato il conto alla rovescia per la riunione del Consiglio Federale della Lega Nazionale Dilettanti in programma il prossimo 3 giugno che, dopo aver decretato lo stop ai campionati dilettantistici, dovrà ora pronunciarsi su come dovranno essere conclusi i diversi tornei.
Per quanto riguarda la serie D, la Lnd ha deciso di mantenere promozioni e retrocessioni. Salutano il massimo torneo nazionale per approdare tra i professionisti le nove capoliste, mentre per quanto riguarda le retrocessioni, scendono in Eccellenza quattro formazioni in ciascuno dei nove gironi.
Per quanto riguarda i verdetti 2019/2020 nei campionati regionali, lo stesso Consiglio Federale stabilirà che nei tornei dall’Eccellenza alla Terza Categoria, compresi i campionati regionali e provinciali a livello giovanile, sia il comitato regionale a decidere il criterio da seguire. Intorno al 10 giugno tutto sarà dunque deciso e messo nero su bianco.
In Sardegna quale decisione sarà presa? Il presidente Gianni Cadoni e i consiglieri Regionali della FIGC stanno lavorando a una soluzione uguale per tutti, dilettanti e giovanili, regionali e provinciali.
Due le ipotesi in campo.
PRIMA IPOTESI
La prima ipotesi prevede che la prima della classe venga promossa mentre, in caso di arrivo ex aequo al primo posto tra due o più società al momento dell’interruzione dei campionati, accederebbero entrambe al torneo di categoria superiore. In coda è previsto invece il blocco delle retrocessioni.
SECONDA IPOTESI
La seconda ipotesi prevede, sempre per le promozioni, il salto di categoria delle attuali prime, mentre per quanto concerne le retrocessioni dovrebbero essere due sino alla Prima Categoria. Ma in questo caso, le formazioni interessate potranno presentare domanda di ripescaggio (se lo vorranno), con la certezza che la richiesta sarà accolta. Tutto ciò per evitare ricorsi al Tar, che potrebbe dar loro ragione perché retrocesse in media con 8 partite da disputare e 24 punti a disposizione.
Con un eventuale ricorso non avrebbero nessuna possibilità di spuntarla le formazioni arrivate seconde, terze, quarte classificate per il mancato ripescaggio o promozione perché, se è vero come è vero che avevano potenzialmente la possibilità di arrivare prime, è anche vero che il campionato è stato interrotto per la pandemia e in ogni caso nessun giudice sportivo o ordinario potrebbe ritenere quei ricorsi ammissibili, se la squadra rimane nella stessa categoria. Ovvero, se per via delle sentenze straordinarie di fine campionato non vengono penalizzate con una
“retrocessione”. Il ragionamento sarebbe quello che sia ovviamente giusto riconoscere il merito, ma della prima, in quanto su base teorica anche la quinta poteva arrivare prima con 24 punti a disposizione, ma nessun giudice sportivo o ordinario accoglierebbe un ricorso per la mancata promozione, soprattutto se la società non è prima al momento della sospensione del campionato. Diverso è per le ultime (ecco perché i ripescaggi) per le quali, pur in presenza di tanti punti a disposizione, se non gli venisse garantita la permanenza nella categoria, verrebbe meno il riconoscimento di un diritto fino a prova contraria.
In copertina Gianni Cadoni presidente del comitato regionale della FIGC.